E' ora di dire qualcosa di scomodo.
Tra coloro che nel 2001 votò Berlusconi, c'era una categoria di elettori che confidava nella capacità del Cavaliere di diminuire il Debito Pubblico dell'Italia.
Io ero tra questi e, con mio grande dispiacere, ho dovuto constatare negli anni che mi ero sbagliato.
Adesso, pian piano, i nodi stanno venendo al pettine.
Il recente declassamento dei Conti pubblici italiani da parte delle Agenzie di rating, non fanno altro che consuntivare anni di inerzia politica sul fronte della diminuzione delle spese correnti.
La finanziaria di Prodi, sul fronte spese, è l'ennesimo fallimento del sistema ITALIA ma è solo l'ultimo anello della catena. Il Debito Pubblico italiano è stato costruito negli anni del Pentapartito, dalla fine degli anni '70 fino a tutti gli anni '90. Da una parte ha consentito all'Italia di godere di un boom economico "a debito" basato sui bassi costi di produzione derivanti dalle svalutazioni monetarie dall'altra, giorno dopo giorno, ha posto delle serie ipoteche sulla testa delle future generazioni (compresa la mia).
Quando Berlusconi è salito al potere nel 2001, tutto questo si sapeva ma il Governo non ha mai realmente messo mano sulla spesa pubblica.
Anzi, qualcuno "dei nostri" si vanta che, sotto il Governo Berlusconi, la spesa sociale non è stata toccata (quanta poca strategia e quanta troppa tattica...).
Non solo.
E' qualche volta passato il messaggio che l'Italia potesse riprendere il discorso interrotto negli anni '80, costruendo un nuovo boom economico sul debito prendendo, come esempio, gli STATI UNITI.
Non voglio argomentare sul discorso ITALIA=STATI UNITI in quanto sarebbe troppo facile infierire. Ricordo solo che, in Economia, le scelte vanno fatte relativizzando il contesto rispetto agli asset di bilancio.
Mi spiego.
Se la TELECOM, a fronte del debito che ha, annunciasse di assumere Personale (e quindi aumento dei costi fissi) sul fronte della gestione del "doppino telefonico", tutti prenderebbero per matto l'Amministratore delegato (giustamente).
Allo stesso modo, se con i conti dell'Italia si annunciano nuovi investimenti (spesso su fronti di obsolescenza come nel caso delle televisioni) senza, allo stesso tempo, diminuire le spese che generano il Debito....(lascio concludere al lettore)
Berlusconi e la Casa delle Libertà non hanno avuto coraggio (questa è la spiegazione migliore che mi sono dato). Hanno cercato di far quadrare il cerchio, gestendo, al meglio, ciò che si stava incancrenendo.
Berlusconi non ha perso le elezioni perchè non ha saputo comunicare, ha perso le elezioni perchè non ha saputo riformare. E le Riforme liberali non si fanno senza scontri sociali (purtroppo). L'occasione persa è ancora più bruciante se si pensa alla maggioranza parlamentare di cui il Cavaliere ha goduto.
La Thatcher ha avuto coraggio ed è stata rieletta. Berlusconi no.
Ho già avuto modo di ricordare che se la Destra vuole crescere deve porre al centro del suo programma l'abbattimento del Debito Pubblico italiano e focalizzarsi sulle Riforme liberali, avendo il coraggio di sostenere delle tesi scomode (anche nei confronti del proprio elettorato).
Solo così si può ipotizzare un'ITALIA più sana e più efficiente.
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