Il nuovo risiko borsistico. Le municipalizzate?
Giovedì scorso (13 settembre) la TENARIS S.A. ha annunciato con una nota ufficiale che sono in corso le trattative per la vendita della propria quota di maggioranza nella società di distribuzione elettrica DALMINE ENERGIE.
La famiglia Rocca, dinastia industriale italo-argentina e azionista di maggioranza della TENARIS S.A., aveva dato vita a questa azienda nel 2000 sull'onda del boom energetico ottenendone in cambio lauti guadagni oltre a un non trascurabile sostegno per i conti traballanti della consorella Dalmine S.p.A. (...altra vittima della gestione IRI di PRODI...). Tuttavia, negli ultimi tempi, a causa dei crescenti costi di approvvigionamento del gas e della sua distribuzione, la DALMINE ENERGIE non è riuscita a mantenere un buon rendimento. Nonostante un crescita continua nei fatturati, i margini operativi si sono mantenuti costanti e non si vedono miglioramenti.
La scelta strategica della TENARIS S.A. è stata quella di vendere il pacchetto di maggioranza al colosso tedesco della distribuzione E.ON. assicurandosi una fornitura energetica per le proprie industrie a condizioni favorevoli senza essere eccessivamente esposta a limature ulteriori dei margini operativi (fonte il MONDO del 15 settembre 2006)
I Rocca sono una delle ultime vere dinastie industriali (per adesso). Non si lasciano affascinare facilmente dalle sirene della Finanza e dei guadagni "facili e sicuri" ma, piuttosto, decidono di investire con una visione strategica sapendo che, solo così, è possibile vincere le sfide del mercato.
Di conseguenza, a mio avviso, la notizia lascia prefigurare degli scenari interessanti caratterizzati dai seguenti indizi:
1) Il gas non è più una risorsa relativamente facile da reperire sul mercato.
2) Per il momento, le inerzie politiche non lasciano intravedere una rapida costruzione dei rigassificatori sulle nostre coste che ci permetterebbe di ampliare la scelta tra i nostri fornitori (attualmente, l'Italia dipende per il 70% dalle forniture dell'algerina SONATRACH e della russa GAZPROM). Bisognerà prevedere almeno 3 anni...
3) Il recente contratto stipulato tra l'ENI (che vende il gas alle aziende di distribuzione) e la GAZPROM stabilizza i prezzi ma non consentirà molti margini di trattativa.
4) Solo la grande distribuzione (come nel caso di E.ON.) sarà in grado di tamponare la futura crisi dei margini operativi.
Per quanto sopra, il panorama italiano della distribuzione di energia potrebbe divenire effervescente. Le numerose municipalizzate (...politicizzate...) presenti in Italia sono troppo piccole per poter affrontare le future sfide.
Non mi stuperei di assistere, nel prossimo futuro, a "svendite", "accorpamenti" o, nella migliore delle ipotesi, ad OPA sulla piazza di Milano.
Fortunato chi avrà azioni delle aziende predate (...a meno di interventi politici...)
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