La generazione delle Anime...perse.
Le statistiche ci dicono che, per chi come me ha superato i trenta e si avvicina con il vento in poppa ai quaranta, le cose non sono e non saranno così "lisce" come per le generazioni precedenti.
Non possiamo contare su una prospettiva di crescita economica consistente. Siamo, di fatto, già immersi in un mondo del lavoro altamente competitivo che ci richiede alta "flessibilità" a fronte di una struttura sociale caratterizzata da "inerzie" elevate. Non potremo avere lo stesso trattamento previdenziale dei nostri genitori. Dovremo affrontare crisi di tutti i tipi, dall'energia al terrorismo. Dovremo fare i conti con un'organizzazione sociale obsoleta che non favorisce la creazione di una famiglia... e mi fermo qui per non deprimervi troppo.
Ma...noi, la nostra generazione... ha gli anticorpi necessari per fronteggiare tutte queste sfide?
Non lo so. Parafrasando Lucio Battisti, si potrebbe affermare: "lo scopriremo solo vivendo..."
Quel che è certo è che, poco prima di diventare classe dirigente del Paese, partiamo con forti handicap.
Siamo cresciuti nel benessere, in un clima caratterizzato da fiducia e crescita economica forte. Nel frattempo, però, chi ci ha preceduto ha basato questa crescita su un forte indebitamento, senza pensare che, prima o poi, sarebbe ricaduto sui propri figli (ovvero, noi).
Abbiamo frequentato scuole occupate da professori frustrati cresciuti nel culto dello Stato sociale e della "Fantasia al potere". Abbiamo quindi imparato a diffidare dei numeri e li vediamo come dei "nemici" mentre in altre parti del mondo il sapere scientifico era alla base dell'educazione del fanciullo.
Siamo stati coinvolti nella più forte ondata tecnologica dell'ultimo secolo senza avere idee sul come dominarla scientemente ma solo sul come usarla per la nostra vanità. Anzi...ci siamo iscritti alle Università pensando, come i nostri padri, che il "pezzo di carta" sarebbe stato sufficiente a darci un ruolo nella società del XXI secolo e abbiamo trascurato argomenti come programmazione, internet publishing, database, analisi di laboratorio, ricerche sul campo, parametri finanziari.
Continuiamo spesso a pensare che molti dei diritti ereditati dal passato siano scontati e non siamo abituati a guardare in ottica globale...che significa..."occhio!! che se non cambi qualcosa qualcuno lo sta già facendo per te!".
Abbiamo sul fardello il peso della generazione (fallita) dei baby-boom che, quindi, pensa come i nostri padri e continua a cambiare poco o niente e, soprattutto, ad avere un egoismo generazionale senza pari.
E se tutto questo non bastasse, siamo premuti dal basso dalle nuove generazioni, molto più flessibili di noi nel gestire la rivoluzione tecnologica.
E' presto per dire che abbiamo fallito.
Ma il tempo corre e abbiamo bisogno di un colpo di reni per far sì che la nostra generazione sia ricordata come quella degli "Actarus" e non quella degli "Ataru Moroboshi".
Lo dobbiamo anche per i nostri figli (...se mai riusciremo ad averli....)
Aggiunta sul tema del post.
Proprio oggi leggo su www.tocque-ville.it il seguente intervento http://www.qualcosadidestra.it/index.php?entry=entry060904-133530
1 Comments:
Bellissimo post, specialmente per la citazione di Actarus e Ataru Moroboshi.
Che dire io mi sento molto più vicino al secondo che al primo.
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