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Tuesday, October 03, 2006

TELECOM ITALIA: il mito del cash-flow

Qualcuno si ostina ad affermare che il debito netto della TELECOM è sostenibile perchè l'azienda produce utili altrettanto importanti.
Spero che questo "qualcuno" non sia spinto da interessi equivoci (piazzare azioni??) dato che, a rimetterci, con queste informazioni, sono solo gli investitori e/o consumatori.
La situazione, descritta con indicatori acidi, è questa:
  1. TELECOM Italia dichiara un debito netto di 41,3 miliardi di euro nella relazione semestrale dello scorso 11 settembre 2006 (la recente FINANZIARIA del GOVERNO PRODI ammonta ad un valore stimato di 33,4 miliardi di euro)
  2. Le VENDITE ammontano a 15,3 miliardi di euro
  3. L'EBITDA è ad un livello di 6,5 miliardi di euro
  4. L'EBIT è a 3,8 miliardi di euro
  5. Il rapporto EBIT / VENDITE è pari al 24,8%
  6. Il rapporto EBITDA / VENDITE è pari al 42,4%

Il punto 5. ci dice che l'Azienda crea un valore aggiunto pari a circa il 25% delle sue vendite. Non ho fatto un'analisi di benchmark nè un'analisi dell'evoluzione a storico e, quindi, potrei sbagliarmi. Tuttavia mi sembra un buon valore.

Il problema è che, ipotizzando vendite costanti nell'arco dell'anno, l'EBIT è pari a solo il 18% (3,8*2/41,3) del debito netto!!!! Bisogna mungerne di vacche per poter ritornare ad una situazione di relativa stabilità!!!*

Il problema è che mungere le vacche non è più così semplice come nel passato.

Il mercato delle telecomunicazioni è diventato molto difficile.

Per esempio: qualche lettore sa indicarmi quale sia la tecnologia vincente, ammesso che ci sia, tra parabola, wireless, digitale terrestre, telefonia mobile, cavo elettrico, cavo ottico e....doppino telefonico? Si aggiunga l'ulteriore variabile dei vari "protocolli" utilizzabili che aumentano a dismisura le possibili soluzioni.

In un quadro di questo tipo, le aziende di telecomunicazioni sono chiamate a forti investimenti, accettando anche eventuali fallimenti, al fine di trovarsi pronte a fronteggiare la domanda. Ma tale esigenza implica un profilo aziendale tipico di una holding grande (ma questo la TELECOM Italia lo è) e continuamente disposta a investire nelle nuove tecnologie.

Secondo voi, con il debito che ha, la TELECOM Italia è in grado di investire in R&D?

Secondo me, no. Anche se si mette a ripianare il debito, l'Azienda perderà alcuni anni che, in un mercato come quelle delle telecomunicazioni, possono essere secoli. Il Tronchetti Provera si trova ad avere tra le mani una bella patata bollente. Nel giro di pochi mesi le VENDITE potrebbero drammaticamente ridursi e la I, la D e la A dell'EBITDA potrebbero drammaticamente aumentare.

Si aggiunga che Tronchetti Provera non ha il profilo di un industriale ma, forse, quello di un finanziere. E questo, per qualche serio investitore, rende le cose ancora più preoccupanti.

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*Alcuni analisti ritengono che un piano di rientro di 5 anni non è una situazione preoccupante. Io non sono d'accordo e lo spiego nel seguito del post.

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