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Wednesday, November 08, 2006

Il libero mercato e la Responsabilità

Quando si fa riferimento al libero mercato, esiste il concetto di Responsabilità?

Non sono un filosofo nè uno studioso di teoria economica ma pongo al lettore 3 questioni sulle quali rifletto spesso.

1) E' giusto vendere a "sistemi" che non rispondono ai principi liberali di divisione e equilibrio tra i poteri?

Faccio un esempio. Supponiamo che l'azienda italiana BREMBILLA riceva un ordine per un grosso collettore di acciaio da spedire in Iran. Sull'ordine è scritto "collettore a pressione per condutture di gas" ma le specifiche richieste sono decisamente più alte dei parametri utilizzati normalmente nell'industria della distribuzione di gas. Un collettore così andrebbe bene per un impianto di arricchimento dell'uranio....
E' giusto che BREMBILLA venda il collettore all'IRAN?
Normalmente si contesta che se BREMBILLA non vendesse il collettore, ci sarebbe comunque un'altra azienda, molto probabilmente straniera, pronta a prendere l'ordine. Inoltre, la BREMBILLA dà un importante contributo al PIL e, se non vendesse, dovrebbe diminuire il suo fatturato licenziando molti lavoratori e aumentando la disoccupazione.
Ma se l'IRAN usa il collettore per arricchire l'uranio diventando una potenza nucleare che minaccia l'equilibrio mondiale, continua ad essere giusto vendere?
Sulla stessa lughezza d'onda....è giusto continuare a foraggiare gli stati arabi con i proventi del petrolio ben sapendo che molti di quei soldi vanno alle scuole islamiste che sostengono il terrorismo?
Mi fermo qui anche se gli esempi si potrebbero moltiplicare.

2) E' giusto che "sistemi" che non rispondono ai principi liberali di divisione e equilibrio tra i poteri facciano parte del consesso mondiale?

Questa domanda si riferisce, in particolare, al problema ONU. Secondo me (e so di essere in buona compagnia), l'ONU paga proprio il suo ecumenismo mondiale.
E' corretto che Paesi come la Cina e l'Arabia Saudita possano decidere su questioni mondiali e possano disporre di buona parte del portafoglio ONU?
Ad oggi è così, ma auspico che la NATO, attualmente in crisi d'identità, diventi il vero ago della bilancia per gli assetti globali.
Ma con la Cina e la Russia così avanti, non sarà troppo tardi?

3) E' giusto che i parametri numerici della crescita economica prescindano dagli effetti "ambientali" a medio-lungo termine?

Le valutazioni economiche e finanziarie di uno Stato o di un'impresa hanno raggiunto un tale livello di sofisticazione che hanno spinto l'utilitarismo del libero mercato a livelli impensabili solo fino a qualche anno fa.
Ma l'utilitarismo si scontra con i tempi "geologici".
Mentre gli analisti pensano in termini "trimestrali", GAIA pensa in termini di millenni.
Si pensi al nucleare.
Molti ne sostengono i vantaggi in termini di approvvigionamento energetico.
Ma le scorie? dove le mettiamo?
E' giusto lasciare questa spada di damocle sulla testa delle generazioni future solo per coprire i fabbisogni energetici di breve termine?
E' giusto godere del miracolo economico quando ha ricoperto di cemento le coste italiane?
E' giusto festeggiare la liberazione dei ghiacci del passaggio a NORD-OVEST perchè consentirà di abbattere i tempi di transito commerciale tra le nazioni oltre che aprire nuovi orizzonti di sfruttamento off-shore del petrolio?
Proprio perchè GAIA pensa in termini di millenni, non Le cambia molto se al posto dei dinosauri ci sono gli uomini o i bacarozzi. Solo noi possiamo tutelare la nostra specie...rendiamocene conto. Per GAIA, geologicamente parlando, non fa molta differenza.

Credo che la mia posizione sia chiara.
Adesso, tocca a voi rispondere.

2 Comments:

Blogger Jakala said...

Il commercio nasce per migliorare la situazione economica sia di chi vende sia di acquista il bene. Chiaramente ci devono essere limiti a ciò che si vende, ci devono essere prodotti la cui vendita è regolamentata (es. pornografia, armi) o vietata (es. droga).
Ora il tuo dubbio è sul materiale che ha un uso civile, ma con opportune modifiche può avere un uso militare...qui il campo è troppo vasto e ambiguo. Pensiamo al carburante normalmente è civile, ma se lo usiamo per alimentare dei carri armati è militare. In questo caso la scelta deve essere a priori o si decide che non si commercia con certe nazioni o si decide di regolamentare/vietare solo prodotti che abbiano come scopo principale quello militare.
Ad esempio nel tuo caso la Brembilla può fornire pure tutte le condutture, ma senza l'uranio non potrebbe mai entrare in funzione la centrale.
Dovrebbe essere l'uranio il materiale da vietare al commercio.

Sulla stessa lunghezza d'onda gli stati arabi foraggiano tranquillamente chi vogliono proprio perchè sanno di essere l'unico fornitore di energia tramite il petrolio, se le fonti fossero differenziate (carbone, nucleare, gas, eolico, ecc, ecc) i paesi occidentali si potrebbero permettere di avere altri rapporti con questi stati.
Non è un caso che la Cina nella sua fame di petrolio si rivolga in preferenza agli stati retti da governi discutibili, che devono trovare acquirenti che non facciano troppe storie sulla loro moralità.

2:22 pm  
Blogger Jakala said...

Vediamo di rispondere anche alle altre questioni.

Sul punto 2 credo che sostanzialmente si paghi il fatto che l'ONU era nato in tempi di contrapposizione fra Est e Ovest, doveva essere un arena pacifica fra il blocco occidentale e orientale. Non ha quindi la struttura per rispondere ai problemi geopolitici attuali in cui il cattivo di turno è un stato canaglia.
Altre strutture politiche cercano di adeguarsi ai tempi si pensi al G8 con l'inclusione della Russia e fra un po' della Cina, ai tentativi di riforma dell'EU con figure come mister PESC che tenti di dare un unica voce in politica estera o con i tentativi di un esercito comune.
L'ONU invece rimane fermo bloccato dai mille veti, visto che l'ambizione è diventare un membro permanente piuttosto che trovare delle regole minime per governare i conflitti.

Sul terzo punto mi sento di darti pienamente ragione, ma questo è dovuto a una nuova serie di manager che operano sul breve, lo fanno sulle aziende bloccando la manutenzione e il rinnovamento degli impianti, lo fanno con l'ambiente con il ritorno economico a breve rispetto a quello a lungo periodo.

11:24 am  

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