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Wednesday, March 05, 2008

Si corre su un binario morto?

C'è un aspetto dell'attuale quadro macroeconomico mondiale che ha stimolato la curiosità di questo blog.
Mentre gli Stati Uniti hanno inserito la retro-marcia e l'Europa frena, il prezzo delle commodities continua a salire, favorendo la spirale inflazionistica nei Paesi occidentali.
Non essendo "prodotti finanziari, è logico supporre che l'industria stia scommettendo su una domanda futura ancora forte; una domanda trainata dalla Cina, dall'India e dal Medio Oriente ( a proposito di quest'ultima area del mondo, si legga l'eccellente articolo sul Financial Times).
Riusciranno Cina, India e Medio Oriente a mantenere la crescita dell'economia mondiale ai livelli degli ultimi anni?
Nessuno ha la risposta certa, ma in questo post si vuole provare a mettere giù alcuni aspetti della questione, rispettando la tradizione moderatamente pessimistica tipica di questo blog.
1) La Cina sta facendo degli enormi investimenti sul mercato interno in termini di infrastrutture, impianti industriali e immobili.
Richiama l'attenzione il fatto che il consumatore cinese non consuma come dovrebbe mentre l'inflazione interna è in forte crescita.
E' un possibile indizio che l'economia è surriscaldata e gli investimenti sono spesso eseguiti senza una reale valutazione dei ritorni (d'altra parte, il Governo Cinese dispone di una liquidità enorme).
A medio termine, questi investimenti potrebbero non essere più sostenibili con il rischio di una forte stagnazione.
Non sono da trascurare altri pericolosi segnali come:
- il forte divario economico/sociale tra entroterra e città marittime
- una crescita demografica stagnante con un Paese che a breve sarà vecchio
- i disastri ambientali provocati da una politica unilateralmente indirizzata allo "sviluppo"
2) Quando si parla di India, spesso ci si dimentica che è un Paese con un forte deficit commerciale. E questo deficit sta aumentando.
Fino a quando l'economia reale riuscirà a finanziare questo deficit?
3) Il Medio Oriente letteralmente galleggia sul petrolio e, quindi, sui dollari/euro.
Il vero problema è sapere come investire questo mare di liquidità (a parte lastricare d'oro le strade di Dubai).
I fondi sovrani (anche cinesi) stanno letteramente comprando pezzi di economia occidentale, realizzando di fatto l'invasione mongolo/islamica che, sul piano militare, mille anni fa, si era arenata sulle mura di Vienna e sulle coste spagnole.
Gli sceicchi cercheranno di mantenere i margini di guadagno, non importa quanto giù vada il dollaro. Se l'economia statunitense continuerà a languire, il rischio è quello di un ulteriore apprezzamento delle materie prime (in dollari) a scapito dell'Europa che non potrà esportare nè a ovest (Usa) nè a est (Medio e lontano Oriente).
Riuscirà il cittadino europeo a sopportare il peso dell'apprezzamento dell'euro? e il cittadino "cindiano"?
Ai tre punti sopra elencati, negli ultimi giorni è apparso un ulteriore inquietante segnale.
Bernanke, premiando quanto questo blog andava scrivendo da mesi, non ha escluso (con qualche successiva rettifica) un crollo della struttura finanziaria statunitense (addirittura non si esclude un possibile fallimento della CITIGROUP).
Sarebbe una iattura...non solo per gli americani (non si dimentichi che le banche si prestano soldi vicendevolmente).
Se il sistema finanziario cade, gli investimenti languirebbero.
Saranno i Fondi Sovrani a salvare l'economia mondiale iniettando la liquidità mancante?
Caro lettore, per ora si lascia te l'onere delle risposte.

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